Svegliatevi dormienti


 

Scusate il lungo silenzio ma in questo periodo, oltre al poco tempo riservatomi dalla mia vita privata, mi sono trovato in grossa difficoltà a reperire argomenti. Ma come? Con tutto quello che sta succedendo e che riempe le prime pagine di tutti i giornali come faccio a non trovare argomenti per un post? La difficoltà sta proprio di scrivere qualcosa che i miei, pochi, lettori non abbiano già letto…. Proviamoci!

Digressione: fino ai 22 anni sono stato un pessimo studente per vari motivi tra cui: scarsa voglia, errata scelta dell’indirizzo di studi (chimica), pessimo rapporto con i professori. Nonostante questo sono sempre stato un appassionato di libri meno, chiaramente, i testi scolastici. In particolare, come saprete se avete letto altri articoli del blog, sono sempre stato affascinato dalla fantascienza. A 22 anni ho deciso di diventare un bravo scolaro e ho cominciato a studiare Economia con discreti risultati. Rileggere oggi alcuni capolavori della fantascienza sommandoci le cognizioni di economia mi apre orizzonti che da giovane non sarei riuscito a intravedere.

Ora veniamo al libro di Philip K.Dick (se ancora non lo avete capito è il mio preferito in assoluto) il cui riassunto potrebbe essere, con i dovuti aggiustamenti, l’articolo di apertura dei giornali di domani:

Nel 2080, in una Terra sovrappopolata sono milioni i disoccupati  che non ricevono un sussidio, bensì vengono messi in stato di animazione sospesa in attesa che ci sia qualcosa da fare per loro. La triste verità è che ogni tanto qualcuno asporta loro organi da trapiantare.

Una speranza per i disoccupati e disanimati si manifesta quando, attraverso una “crepa nello spazio”, si raggiunge una Terra alternativa, dove l’evoluzione non ha ancora prodotto la specie dell’Homo sapiens, vergine e incontaminata, pronta per una colonizzazione da parte dei poveri della Terra sovrappopolata.

Sarebbe dunque il momento in cui il candidato alla presidenza Jim Briskin (afroamericano) potrebbe annunciare “svegliatevi, dormienti”[1], assicurandosi così la vittoria alle elezioni e la gloria immortale. L’altra Terra si presenta come una nuova America, una terra promessa dove ci sarà spazio per tutti. Ma ben presto si scopre che l’altra terra è tutt’altro che sgombra, bensì abitata dall’uomo di Pechino, un umanoide che al posto di scienza e tecnologia ha sviluppato una magia altrettanto letale basata su poteri paranormali.

Nel finale, Briskin vince le elezioni, ma non avrà vita facile: per dare speranza ai dormienti, dovrà affidarsi allo strampalato inventore Brent Mini con i suoi progetti per la colonizzazione di Urano, al limite della pura e semplice ciarlataneria.

Direi che il sig. Dick, che ricordo ha passato 8 anni in un clinica per infermità mentali, non andò tanto lontano dal riuscire ad immaginare ciò che oggi stiamo vivendo, e lo fece nel 1966.

Per decenni l’Europa ha vissuto al traino degli USA in quello che ancora oggi viene definito l’occidente avanzato. Grazie al fatto di aver copiato i sitemi finanziari e consumistici degli americani, noi europei abbiamo avuto, per lungo tempo, la convinzione di vivere in un mondo dove tutto ci si poteva permettere, convinzione che oggi sta diventando illusione. Il sistema, però, non è risultato perfetto e la necessità di dover soddisfare sempre più bisogni con costi sempre più alla portata di tutti ha portato alla scelta di colonizzare la nuova terra (l’oriente) con le nostre imprese produttive. L’uomo di Pechino non aspettava altro….

E’ di oggi la notizia che i paesi BRICS (ovvero Brasile, Cina, India, Russia e Sud Africa) si adotteranno per fornire aiuti alla UE nella sua lotta, ormai persa secondo me, per evitare la dissoluzione dell?Euro… I colonizzati salveranno i colonizzatori. E quando qualcuno ti salva, soprattutto se lo fa pagando i tuoi debiti, solitamente vuole qualcosa in cambio…

Ad esempio i cinesi vogliono fare investimenti nel nostro Paese soprattutto acquistando partecipazioni in aziende strategiche, ovvero le stesse che oggi, grazie alla crisi di borsa, pagherebbero in media un 50% in meno ripsetto ad inizio anno. tempi di saldi per il Vecchio Continente ed, in particolar modo, per il nostro Bel Paese. Insomma pare che in cambio dell’acquisto di un pò di carta straccia (nostro debito pubblico) i cinesi potranno entrare a far parte di Eni, Enel etc… e noi cittadini, attraverso le nostre tasse pagheremo gli interessi di quei titoli in mano ai cinesi stessi.

La crisi finanziaria assume, vista dall’esterno, la sembianza di una guerra, fortanatamente al momento comaìbattuta senza armi, che sta per eleggere i suoi vincitori. I governi di molti stati non contano più nulla, compreso quello italiano che dovrò sottostare alla BCE, che ha già imposto una manovra finanziaria scritta praticamente di proprio pugno, ed agli enti internazionali quali FMI, ONU, UE etc… Chi governa i paesi PIIGS, e molti altri paesi in difficoltà, dovrà solamente continuare a permettere che la distribuzione della ricchezza continui ad essere sempre più a vantaggio di pochi….

A presto!!!

 

 

 

 

 

Panico controllato


Il sondaggio effettuato nel precedente post ha avuto i risultati che prevedevo. Prima di tutto vi sono stati pochi voti dovuti alla settimana ferragostiana ed anche, ahime, dal poco pubblico medio che ha questo sito. La schiacciante maggioranza ha investimenti azionari molto bassi come nella media degli investitori italiani. Nella maggioranza dei casi l’andamento della borsa incide in maniera marginale sul capitale delle famiglie italiane in quanto la maggior parte dei risparmi si trova sui conti correnti o in obbligazioni bancarie o titoli di stato.

Però, appena il telegiornale apre con notizie riguardanti i crolli di borsa, si crea una sorta di panico generalizzato. Tutti col fiato sospeso in attesa del recupero di tutti quei miliardi “bruciati” in una sola giornata di crollo di borsa. Per darvi un’idea della composizione del portafoglio medio di un investitore italiano vi riporto gli ultimi dati a marzo 2011 della assogestioni (associazione del risparmio gestito:

AZIONARI: 12,7%
BILANCIATI: 22,4%
OBBLIGAZIONARI:  31,0%
MONETARI: 6,4%
FLESSIBILI: 8,9%
HEDGE:  1,1%
IMMOBILIARI: 4,0%
NON CLASSIFICATO: 13,5%

Considerando la parte azionaria presente nei fondi flessibili ed in quelli bilanciati si arriva ad una media pari a circa il 20% di azioni nei portafogli degli investitori. Quando comprate un’automobile nuova essa perde circa il 20% del suo valore appena la mettete in moto ed uscite dalla concessionaria, eppure nessuno di voi si è fatto cogliere dal panico ed ha riportato indietro la vettura!!! E’ un’estremizzazione ma credo che renda bene il concetto.

Per quanto riguarda la Borsa Italiana la capitalizzazione delle aziende quotate è pari a circa il 15% dell’intero PIL, oltre che inferiore alla capitalizzazione della Apple…. Contando che circa il 60% della capitalizzazione è ad appannaggio di banche e assicurazioni, il settore produttivo presente in Borsa è pari al 6-7% del PIL. Se poi a questa percentuale sottraiamo le aziende a partecipazione pubblica diretta (ENEL, TELECOM etc..) ed indiretta (FIAT) la rappresntazione del settore produttivo privato in Borsa è a livelli bassissimi. L’andamento azionario rispecchia l’andamento dell’economia reale? Secondo me solo in piccola parte. L’economia reale, soprattutto in Italia è guidata dalle innumerevoli piccole e medie imprese che non sono quotate.

La mia teoria è sempre quella: si crea panico al fine di poter prendere decisioni impopolari per il “bene del Paese”, In Italia come in tanti altri paesi. Ormai i governi dei PIIGS non contano più  nulla se non a mettere in pratica i dettami della BCE, dell’UE, dall’FMI e dell’accoppiata Merkel-Sarkozy. La manovra finanziaria italiana è stata scritta dalle entità che ho menzionato così come quella greca, irlandese, portoghese e spagnola. Tutte le manovre hanno, per questo motivo, le stesse caratteristiche: Tagli al welfare, tagli agli stipendi, privatizzazioni, cessioni di immobili, allungamento dell’età pensionabile ovvero: sono socialmente inique.

Stiamo viaggiando Verso un nuovo equilibrio ed il viaggio sarà molto impervio e pieno di scossoni.

A presto!!!!

Maneggiare con cura


Non poteva mancare un post che prende il suo titolo da un libro scritto da uno dei miei autori preferiti ovvero Joe R. Lansdale.  Si tratta di un’antologia compilata a partire da tutte le sue raccolte selezionando il meglio. Il grottesco, l’horror, il comico, il pulp, il realismo estremo, la fantascienza, lo humor, tutti i registri di uno scrittore di romanzi e di racconti brevi, un bizzarro e incontrollabile incrocio tra Mark Twain e Stephen King, Jim Thompson e Ambrose Bierce (recensione da Wikipedia).

E quanti racconti economici si intrecciano in questi giorni di vacanze estive. La paura la fa da padrone: crollo delle borse, taglio del rating USA, spread Btp-Bund alle stelle, recessione etc… Nel mio post precedente vi avevo anticipato che tutti questi avvenimenti porteranno il mondo intero verso un nuovo equilibrio.

I costi che dovremo sopportare saranno enormi e non solo dal punto di vista economico. Il nuovo ’68 è cominciato con le rivolte in medio oriente per poi proseguire in Grecia, Spagna ed ora in Gran Bretagna. La marea di giovani disoccupati che non hanno nulla da perdere si sta riversando sulle strade e l’estate 2011 si preannuncia molto più calda di quanto non ci dicano i termometri.

I Governi occidentali stanno dimostrando una totale sudditanza nei confronti dei mercati guidati dagli Speculatori. Prendiamo un esempio che ci tocca da vicino, ovvero la nostra cara Italia. Negli ultimi dieci giorni l’argomento sulle bocche di tutti era la variazione dello spread Bund-Btp causato dai nostri amici Speculatori. Come già in precedenza successo per Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, il governo italiano ha minimizzato inizialmente il pericolo di aumento dei tassi salvo poi rivedersi dopo altri due giorni di profondo rosso. E così ha ceduto la sovranità dello Stato Italiano agli stessi speculatori, come in precedenza avevano fatto gli altri. Siamo tutti contenti che lo spread Bund-Btp si sia abbassato notevolmente (attenzione che potrebbe essere un abbassamento momentaneo) ma per ottenere tale risultato la BCE ha speso 850 miliardi di euro (cifra complessiva Italia-Spagna). Tale cifra verrà riversata sul mercato sottoforma di carta straccia, ops volevo dire moneta (l’inflazione è in rampa di lancio). Questo “piccolo favore” avrà un costo altissimo per tutti noi: aumento delle tasse, riforma pensionistica, patrimoniale, privatizzazioni etc.. Misure già viste in Grecia e che hanno portato ad ottimi risultati: Produzione industriale a picco, Pil in contrazione e disordini sociali. Anche in questo caso si sono avuti gli stessi risultati per tutti i Paesi di cui vi ho parlato prima.

La BCE è posseduta dalla banche centrali dei paesi europei che a loro volta sono posseduti enti privati (banche private). Ovvero chi decide le politiche economiche dei paesi europei sono dei privati classificabili come banchieri e magnati vari. Potrebbero essere interessati ad acquistare in sconto beni ed aziende pubbliche che verranno presto privatizzate? Ai posteri l’ardua risposta.

Al di là dell’oceano la situazione è molto simile. Dopo la farsa dell’aumento del tetto del debito pubblico e il downgrade (un pelino tardivo) da parte di S&P), la borsa americana ha visto una serie di sedute negative che hanno portato ad una perdita complessiva di circa il 20% dell’intero listino. Ed ecco i titoloni a prima pagina sul crollo della borsa USA per colpa dei soliti Speculatori… Negli ultimi due anni mai in prima pagina ho letto un articolo che parlasse del fatto che, da marzo 2009 (apice della crisi Lehman) alla fine di Luglio 2011 (circa 2 anni e mezzo) la stessa borsa americana avesse avuto un incremento ben superiore al 100%. Tutto grazie all’enorme aumento di carta straccia, ops moneta, effettuato dalla Fed, guardacaso dietro enormi acquisti di titoli di debito pubblico americano (non vi sembre la stessa storia che vi ho raccontato sopra riguardo all’Europa?).

Ma non possono permettere che questi Speculatori continuino a far perdere le borse causando ulcere ai telespettatori dei telegiornali. Ed allora continuiamo con la stampa di carta straccia: vedrete che il prossimo argomento da prima pagina sarà il QE3 statunitense (evvai con l’inflazione).

State pronti alla pioggia di soldi virtuali per la quale non avrete bisogno di alcun ombrello…. A voi arriveranno solo alcuni spicci, che dovrete versare per partecipare al salvataggio del vostro paese.

Di seguito troverete un sondaggio a cui vi prego di partecipare ed i cui risultati saranno utilizzati per il prossimo post…

A presto!!!

Verso un nuovo equilibrio


Come vi avevo anticipato nel post precedente La Scommessa i mercati hanno avuto ragione. Il default degli USA è stato scongiurato con un accordo dell’utlimo minuto, o meglio è stato rimandato. Intanto l’Europa assiste in silenzio al naufragio dei PIIGS e di tutti quei paesi dell’eurozona che non si chiamano Germania.

Gli economisti sostengono che un tasso sul debito pubblico sopra al 7% non sia sostenibile… Grecia,Irlanda e Portogallo si posizionano ben sopra questi livelli, mentre Spagna e Italia vi sono a ridosso. Tutte le finanziare imposte o meno dal FMI, UE e BCE hanno prodotto un ulteriore peggioramento della situazione economica dei Paesi citati. Tagliare spesa pubblica, stipendi e potere d’acquisto dei cittadini (con aumenti delle tasse) senza cercare soluzione per la ripartenza dell’economia non ha senso. Ed i risultati lo dimostrano.

Uno dei problemi dell’Italia, come molti sostengono, è la crescita anemica che il Paese ha avuto negli ultimi anni:

Negli ultimi undici anni il Pil italiano ha avuto un incremento bassissimo rispetto agli altri paesi sviluppati. La voce che negli ultimi anni ha sempre più contribuito alla variazione del Pil è quella dei consumi:

Non sono riuscito a trovare un grafico con il medesimo arco temporale, ma è evidente la correlazione PIl-consumi. Ma vi è un’latra importante correlazione:

L’andamento del Pil e del debito pubblico vanno di pari passo. In alcuni miei post precedenti ( Lo schemone di Ponzi, I Fabbricanti di felicità etc…) vi avevo avvertito che il debito pubblico nasce, in buona parte, per permettere alle banche di emettere moneta. Più moneta significa maggiori consumi, più consumi comportano aumento del PIL. Come sempre sto semplificando molto le cose ma spero che in questa maniera possano essere intese anche da chi non mastica di economia.

Il problema nasce dal fatto che i consumi sono stati artificiosamente aumentati grazie al credito al consumo che ha compensato la progressiva perdita di valore del salario reale:

I consumi sono stati forzati tramite l’indebitamento privato.

Ora io vi ho fatto l’esempio dell’Italia per spiegarvi le varie motivazioni che stanno alla base dell’attuale crisi economica (non gli speculatori invocati da tutti quelli che non ne capiscono nulla). Se provate a fare gli stessi confronti per USA, Gran Bretagna etc… trovarete dei dati ancora più paurosi che vado a riassumere nella seguente tabella:

Sommando i debiti pubblici ed i debiti privati si ha un’idea di quanto dovrebbe crescere il PIL dei vari paesi per arrivare al pareggio… La situazione è imbarazzante. Dal 2009 in poi si è assistito ad un aumento dei debiti pubblici senza un aumento conseguente dei consumi come mai era successo nella storia. Il motivo è che le banche hanno usato quei soldi per coprire i propri buchi di bilancio e non li hanno immessi sul mercato favorendo, appunto, i consumi.

La crisi non è rappresentata della Grecia, dall’Italia, dagli USA etc…, la crisi riguarda il moderno sistema finanziario che è alla strenua ricerca di un nuovo equilibrio. Sarà una ricerca molto lunga e con tanti ostacoli, ma forse porterà giovamenti per tutti!!!

A presto!!!

La scommessa


L’effetto placebo della riunione dell’Eurogruppo salva-Grecia ed altri “maiali europei” è durato poco. Il problema è che il piano elaborato dai super ministri delle finanze forse non l’hanno capito neanche loro. Ho provato, in questi giorni, a farmi un’idea di come debba funzionare l’operazione, ma non ho trovato alcun testo chiaro ed inequivocabile. Dal maggio 2010, al momento dello scoppio della crisi Greca, l’Europa unita non è riuscita a trovare il bandolo della matassa ed a porre nero su bianco una soluzione chiara ed efficace. Come vi avevo detto in Eurolandia lo scoglio più importante che i paesi europei devono superare è quello di elaborare un’unica politica economica e fiscale uguale per tutti. Infatti, le decisione prese nell’ultima riunione dovranno essere ratificate dai singoli parlamenti degli Stati membri, operazione che richiederà tempo, ed i mercati non hanno tempo!

Dall’altra parte dell’oceano sembra manchino pochi giorni al default degli USA. Se il governo non deciderà a breve l’innalzamento del tetto del debito pubblico il 2 agosto non ci sarà più denaro in cassa. Il vantaggio degli USA, rispetto ai colleghi europei, è quello della coesione sulle scelte di politica monetaria e, soprattutto, una banca centrale che segue le linee guida del governo centrale.

Nonostante le varie dichiarazioni del presidente Obama, che ha più volte richiamato la possibilità imminente del default, le societa’ di rating (vedi Che voto mi dai?) hanno provveduto a declassare ulteriormente il debito graco (probabilità di default 100%) mentre non hanno ancora apportato variazioni al debito USA (probabilità 0%) nonostante sia ad un soffio dal default.

Mentre tutti gli operatori si sono liberati dei titoli di debito europei (tranne che bund tedeschi), i titoli americani sono ancora ricercati nonostante offrano rendimenti molto bassi. Il mercato scommette sulla soluzione del problema debito pubblico da parte del governo americano e ad un fallimento del progetto Euro. A breve sapremo la scommessa verrà vinta!!!

A presto!!!

Il fallimento dei Lupi


Kevin Garnett è un uomo fortunato. Dotato di un fisico eccezionale e di una grande tecnica è stato il primo liceale della storia ad approdare direttamente all’NBA senza passare dall’università. Fu scelto dalla franchigia dei Minnesota Timberwolves e divenne subito una stella del basket mondiale, i tifosi lo soprannominarono Big Ticket. Il problema era che il Minnesota è uno degli stati meno appetiti dai giocatori viste le temperature rigide ed i pochi divertimenti extra basket. Dopo alcuni anni il nostro Kevin, visto gli scarsi risultati raggiunti dalla sua squadra, decise di volare a Boston dove vinse, finalmente il titolo NBA nel 2008.

Garnett, andandosene da Minnepolis, ha anche avuto la fortuna di non assistere al default dello stato di Minnesota… Avete capito bene: Il Minnesota ha dichiarato default. 24000 dipendenti statali messi a casa, parchi chiusi, lavori fermi e, soprattutto, basta birra ed happy hour. Se vi stavate ponendo una domanda su cosa potrebbe succedere in caso di default in rete, cercando default Minnesota, troverete ciò che cercate.

Andatevi a rileggere il post Che voto mi dai? dove parlavo delle agenzia di rating. Attualmente gli USA hanno rating AAA ovvero infinitesimale probabilità di default. Questo nonostante il Governo federeale abbia solo pochi giorni per votare l’innalzamento del tetto del debito pubblico al fine di scongiurare il default. Nello stesso articolo parlavo del fatto che le agenzie di rating sono possedute, sostanzialmente, da hedge fund e banche. Concordo con chi sostiene che tali agenzia siano oggi utilizzate per una vera e propria guerra USA-Europa. Ogni abbassamento di rating ha un costo in termini di interessi per chi lo subisce, passare da AA a A comporta una maggiore uscita per interessi sul proprio debito.

Non credo che gli USA arriveranno al default in quanto la FED ha già annunciato la possibilità di andare in stampa per la produzione di nuovi dollaroni freschi freschi da immettere sul mercato. L’unico modo per fare ciò è quello di emettere nuovo debito e per questo credo che un accordo alla fine si troverà. La differenza tra USA ed Europa sta proprio nella possibilità, per i primi, di imporre un’unica politica economica e fiscale. L’Europa si sta dimostrando troppo inefficiente nel prendere delle scelte precise e nel difendere i propri membri. Ogni paese cerca di risolvere la questione debito pubblico alla propria maniere oppure, sempre più spesso, seguendo le imposisizione dell’FMI.

I paesi europei stanno cedendo la propria sovranità in cambio di salvataggi inutili che servono solo ad allungare l’agonia. I cittadini perdono parte del proprio stipendio, dei propri diritti e dei propri possedimenti colletivi (attraverso le privatizzazioni selvagge) richieste dagli enti sovranazionali. Ormai i governi europei non hanno alcun potere decisionale se non quello di applicare ciò che gli viene imposto dall’esterno.

Non vorrei che George Orwell nel suo magnifico romanzo 1984 non avesse avuto ragione nell’immaginare il mondo del futuro divido in tre grandi Stati:

In fin dei conti sul Grande Fratello non si era sbagliato…..

Pausa…


Finalmente dopo giorni di attacchi ecco che gli speculatori escono di scena e la borsa è positiva. Ma se avete letto il post di ieri avrete imparato che lo speculatore è colui che compie operazioni di commercio al fine di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi di mercato. Allora mi sa che gli Speculatori anche oggi hanno fatto Bingo:

potrei definire uno speculatore colui che stamani ha acquistao, ad esempio, Unicredit a 1,06 ed ora lo rivende a 1,277 con un rendimento del 15% circa?

Non è uno speculatore colui che ha acquistato BPM alle 9.30 e lo rivende ora con un guadagno di circa il 20%?

E chi ha acquistato alle 10 un Btp al 2029 e lo ha rivenduto con un guadagno del 4%?

Ho preso solo alcuni dei tanti esempi possibili. Provate a vedere quanti parleranno di speculatori nella giornata di oggi. Nessuno, perchè oggi la Borsa è positiva!!! Eppure alle 9.40 l’indice MIB perdeva il 4,50%…

I problemi di ieri sono gli stessi di oggi e, finchè non si troverà una soluzione determinata, le problematiche legate al debito pubblico di molti paesi porteranno a forti fluttuazioni azionarie ed obbligazionarie.

La cosa che rimane misteriosa è il fatto che i terribili speculatori si siano abbattuti sull’Italia in virtù di un debito pubblico enorme e di un Governo che pare instabile e non in grado di effettuare i tagli necessari all’abbattimento del deficit. Ora pensate quanto sarebbero calati i valori dei titoli di Stato italiano se il nostro Presidente o il nostro Primo Ministro avessero detto che se non si trovasse un accordo sulla finanziaria entro il 2 Agosto il paese finirebbe in  default… Eppure tali parole sono state pronunciate dal Presidente americano Barak Obama in persona. Nessun crollo di borsa ne del valore dei titoli di debito americano, dollaro che si è rafforzato rispetto all’Euro… Comincio veramente a non capirci più nulla….

A presto!!!

 

Aiuto!!! Gli Speculatori!!!


Adesso diventa difficile…. Da una settimana provo a trovare un argomento che non possiate trovare al Tg o sul giornale o su altri blog. L’economia è finita in prima pagina, sulla bocca di tutti… Ed io cosa possa dirvi che non abbiate già letto o sentito alla televisione?Nulla, se non di cercare di fare alcune precisazioni.

GLI SPECULATORI

La causa della perdita di valore di azioni e titoli di Stato è degli SPECULATORI… Ma cosa sono gli Speculatori? Sono entità aliene alla conquista del mondo? Sono uomini che ci comandano grazie alla loro superintelligenza? Posso avere chiara l’immagine di un pompiere, di un bancario, di un pilota di Formula Uno etc… Ma l’immagine di uno speculatore non è così facile da creare per la nostra mente. Però l’idea di massima è quella dello Speculatore come mostro che guadagna quando noi perdiamo. Lo speculatore è quello che il giorno dopo che, dopo anni di BOT, ho deciso di comprare un fondo azionario fa crollare le quotazioni del 20% e mi fa perdere dei soldi… Lo speculatore è invincibile: Lui guadagna sempre!!!

Il termine Speculatore ha la seguente definizione:

speculatóre s. m. (f. -trice) [dal lat. speculator -oris «esploratore, osservatore, indagatore»; il sign. 2, dal fr. spéculateur]. –

a. Chi specula, in senso filosofico: gli antichi s. dei problemi della natura; come agg.: mente, intelligenza speculatrice.

b. ant. Osservatore, esploratore: mandando innanzi i cavalli leggieri come speculatori del paese (Machiavelli).

2.

a. Chi compie operazioni di commercio al fine di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi di mercato.

b. In tono spreg., chi riesce a ottenere lauti guadagni o un utile personale agendo senza scrupoli e a danno di altri: s. politici; un bieco, un losco speculatore.

Cavolo!!! Il mio barista è uno speculatore: acquista il caffè a 0,10 cent e me lo rivende ad un euro! Il benzinaio, il commerciante e tanti altri… I nostri governi sono pieni di speculatori che ottengono lauti guadagni (stipendi da re) agendo senza scrupoli a danni degli altri (tasse)… Ditemi chi di voi ha comprato un’azione o un fondo azionario senza sperare di guadagnare tanto cercando  di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi di mercato. Chi fa investimenti è, per definizione uno speculatore.

Chiaro che il piccolo investitore subisce passivamente le sscelte del grande investitore che guida il mercato grazie ad una maggiore disponibilità finanziaria… Ovvero il piccolo speculatore subisce passivamente le scelte del Grande Speculatore. I Grandi Speculatori sono gli Stati, la Banche, i Fondi Comuni, I Fondi Pensione, le Assicurazioni, gli Hedge Fund. I veri speculatori non hanno un volto perchè sono entità (astratte?) giuridiche !!! I soldi utilizzati dagli speculatori sono tutti nostri in quanto frutto di nostri debiti (Debito Pubblico, consumi) o crediti (stipendi).

Nel post Lo schemone di Ponzi vi avevo spiegato come funziona il sistema debito pubblico-emissione di denaro. Questa è la base di tutto il sistema, tutto il resto ne è una conseguenza. Ma l’importante è che gli speculatori siano solo coloro che fanno ribassare i mercati!!! Perchè se il mercato fa meno 10% in un giorno è una tragedia mentre se fa più 10% è tutto a posto….

SACRIFICIO DI TUTTI

Le brutte notizie ci creano malumole e, solitamente, l’innata voglia di trovare una soluzione per migliorare la situazione. Quando la Borsa crolla e i titoli di stato perdono valore si crea allarmismo. In questi momenti è più facile far passare delle manovre finanziarie che colpiscono al cuore dei cittadini. E’ successo in Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna e succederà, tra poco, in Italia, USA, Gran Bretagna etc… Il problema nasce quando si esagera come in Grecia e si ottengono risultati drammatici: crollo della produzione, scioperi, diminuzione del PIL etc… Le finanziarie dei paesi europei in difficoltà non sono servite a nulla se a far arrabbiare la gente. La crisi economica sta diventando una crisi sociale!!E questo è l’aspetto più preoccupante.

Vi lascio con alcuni articoli che vi racconta in maniera molto diretta ciò a cui stiamo andando incontro dal punto di vista economico noi italiani:

SUMMER NIGHTMARE

ECCO IL FUTURO

LE MALEBOLGE DEI PIGS

Vorrei avere più tempo per poter approfondire alcuni argomenti, come hanno fatto i blog che vi ho segnalato, e per poter scirvere più spesso. Ma in fin dei conti io vi racconto la fantascienza economica ma preferisco concere maggior tempo alla vita reale.

A presto!!!

 

 

Prendere tempo….


 

Il titolo del post è, per me, di stretta attualità. infatti nelle ultime due settimane mi sono preso un pò di tempo e me ne sono andato al mare con la mia famigliola. Durante questo periodo ho staccato la spina ed ho seguito solo marginalmente le vicende economiche europee ed americane. Mi è sembrato che gli avvenimenti degli ultimi giorni siano stati una naturale evoluzione delle problematiche che da tempo discuto nel mio blog.

Prendere tempo è anche il modus operandi delle istituzioni chiamate a risolvere il duro scoglio dei deficit pubblici fuori controllo. La Grecia è solo la punta dell’iceberg di un problema che affligge tantissimi altre realtà europee: Portogallo, irlanda,  Belgio, Italia, Spagna ed americane: USA. La UE, la BCE, l’FMI stanno studiando un sistema per risolvere le problematiche inerenti ai debiti pubblici utilizzando la Grecia come cavia sperimentale. La parte che più preoccupa chi decide il nostro futuro è quella della tenuta sociale di un paese a fronte di manovre “lacrime e sangue” che peggiorano le condizioni di vita della popolazione. Le reazioni del popolo greco saranno determinanti per capire fino a che punto uno Stato può svendere la propria sovranità.

Il focus posto sui problemi ellenici ha un pò messo in secondo piano il possibile default degli USA. In maggio il debito pubblico USA ha raggiunto il tetto massimo fissato dal governo. Ora, entro luglio, il parlamento statunitense sarà chiamato a prendere decisioni in merito ad un ulteriore innalzamento di tale tetto oppure a scegliere strade alternative (quali oltre al default?). Il problema è sito nella perdita , da parte del partito democratico a cui appartiene il presidente Obama, di una delle due camere nelle elezioni di medio termine. I repubblicani, che storicamente difendono i poteri forti e sono fortemente restii ad aumentare le tasse, saranno l’ago della bilancia per quanto riguarda qualsiasi decisione in campo economico.

In questo articolo potrete trovare alcune conferma a quanto vi ho esposto in precedenza: Default per Grecia ed USA

Il problema è che i repubblicani sembra che si siano fatti convincere che un dafult temporaneo (non saprei dirvi come potrebbe essere applicato: non pagando gli interessi? Non pagando i creditore? etc..) possa essere una soluzione alternativa all’innalzamnto del tetto:

Usa, repubblicani valutano possibilità ‘breve’ default

Reuters – 08/06/2011 11:32:22

WASHINGTON/SINGAPORE, 8 giugno (Reuters) – L’ipotesi che un ‘breve’ default Usa sia un prezzo accettabile se coincide con un miglior controllo della spesa da parte della Casa Bianca, un tempo presa in considerazione soltanto da un’esigua minoranza, sta prendendo piede in seno alla corrente di maggioranza del partito repubblicano.

Un crescente numero di esponenti repubblicani non pare disposto a credere alle previsioni dell’amministrazione Obama, che parlano di “catastrofe” economica in caso non venga innalzato per legge il tetto sul debito pubblico. Un periodo di default tecnico, si sostiene, può essere gestito senza precipitare i mercati nel caos.

Esponenti dell’establishment repubblicano tra cui Tim Pawlenty, ex governatore del Minnesota candidatosi il mese scorso alla presidenza, sono faverevoli a un default di breve durata in caso comporti immediati e più radicali tagli alla spesa pubblica.

Jeff Sessions e Paul Ryan, i due massimi esponenti del partito alla commissioni bilancio di Camera e Senato, sono anch’essi del parere che un mancato innalzamento del limite sul debito non innescherebbe immediatamente una catastrofe economica.

L’ipotesi di permettere un breve default tecnico sembra però spaventare la maggioranza degli investitori esteri, tra cui la Cina in qualità di primo creditore Usa.

Non sono favorevoli all’idea nemmeno molti degli osservatori di Wall Street, secondo cui anche il più breve dei default causerebbe una brusca impennata dei rendimenti a livello mondiale e un forte deprezzamento del dollaro, che potrebbe far tornare gli Stati Uniti alla recessione e dare origine a sconvolgimenti dei mercati del calibro del collasso di Lehman Bros.

Tale ipotesi non trova molto concordi gli amici cinesi:

PECHINO (Reuters) – Gli Stati Uniti stanno “giocando con il fuoco” se stanno valutando un default di breve durata, che potrebbe indebolire il dollaro, ha detto Li Daokui, adviser della banca centrale cinese.Parlando a margine di un convegno, Li ha detto che la Cina deve dissuadere gli Stati Uniti da questa ipotesi, ma crede che possa in ogni caso mantenere gli investimenti nei Treasuries Usa.La Cina è il maggior investitore straniero in titoli di stato Usa.L’ipotesi di un “default breve” sta venendo considerata da un numero crescente di esponenti del partito Repubblicano.

Come ricorda l’agenzia Reuters i cinesi possidono una buona fetta del debito a stelle e strisce. Non ci possiamo meravigliare che siano leggermente preoccupate dall’ipotesi di default temporaneo.

Al terzo posto, dopo FED e Cina tra i detentori della carta straccia americana vi sono i giapponesi. Ovvero l’economia con il più alto debito pubblico al mondo (vedi L’impero del sole) alle prese con il problema creatosi a seguito dello tsunami e dei disatri nucleari. L’economia giapponese è ancora in forte contrazione ed anche per questo paese un eventuale default (seppur temporaneo) degli USA sarebbe un’evento terrificante:

Il declino del Pil giapponese nel primo trimestre, innescato dal sisma dell’11 marzo, é stato valutato al 3,5%, contro il 3,7% della stima precedente. Lo ha annunciato il Governo che ha contestualmente annunciato l’ingresso in recessione per il Giappone. Il Pil della terza economia mondiale é diminuito dello 0,9% trimestre su trimestre, una cifra invariata rispetto ai dati statistici preliminari rilasciati il 19 maggio. Il Pil era già sceso nel quarto trimestre del 2010 e il governo ha confermato che il Paese é quindi di nuovo entrato in recessione, da cui era uscito nel 2009, dopo la crisi finanziaria internazionale. Tra ottobre e dicembre, il Pil era calato del 2,9% annualizzato (0,7% trimestre su trimestre, secondo i dati riveduti), indebolita da una caduta dei consumi e delle esportazioni. La ripresa prevista per l’inizio di quest’anno é stata annullata dal terremoto che ha devastato il nord-est dell’arcipelago. I giapponesi hanno ridotto i loro acquisti e i consumi delle famiglie sono diminuiti dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Le esportazioni sono state ostacolate dallo shock sismico e dai danni riportati dalle industrie e sono cresciute solo dello 0,7% per tutto il trimestre, più lentamente rispetto alle importazioni (+1,9%) spinte dai prezzi del petrolio, che hanno pesato sulla crescita. La cifra finale del Pil non é stata così negativa come previsto a causa di un calo delle scorte un pò meno catastrofico di quanto previsto inizialmente.

Prendere tempo…. Questo è quello che chi ci governa sta cercando di fare nella speranza di poter trovare una soluzione ad una crisi che colpisce tutte le più grandi economie mondiali. Per questo, come vi dicevo, la situazione greca con le prossime future evoluzioni sarà fondamentale per capire quale sarà anche il nostro futuro….

A presto!!!!

Dove la metto tutta sta carta? (version of the choices)


 

Vorrei riportare due definizioni molto importanti che ci guideranno nel proseguio del percorso riguradante gli investimenti:

SCELTA: La scelta è quel processo mentale di pensiero implicato nel giudizio del valore di diverse opzioni a disposizione che si conclude con la selezione di una di esse ai fini della conseguente azione. Semplici esempi possono essere la scelta di comportarsi personalmente da buono o da cattivo, o la decisione in merito alla strada da prendere per fare un viaggio.

Difficilmente, nella realtà, si sceglie tra opzioni dalle conseguenze chiaramente negative ed altre che conducono apparentemente a risultati positivi: « la nostra decisione non riguarda il trovare l’unica soluzione facile e giusta tra altre scelte sfavorevoli (cosa di cui sarebbe capace probabilmente anche un bambino), ma nell’individuare tra diverse opzioni complesse e dense ciascuna di fattori negativi quella che presenta maggiori possibilità di futuri interessanti sviluppi, o quella che si fa al momento preferire perché con sviluppi “certi” rispetto a quelli “incerti” delle altre opzioni (…), o quella ancora che presenta probabili perdite che potremmo meglio sopportare (o, se volete, il “male minore”) »

RISCHIO : Quello del rischio è un concetto connesso con le aspettative umane e le capacità umane di predizione/intervento in situazioni non note od incerte. Indica un potenziale effetto su un bene che può derivare da determinati processi in corso o da determinati eventi futuri. Nel linguaggio comune, rischio è spesso usato come sinonimo di probabilità di una perdita o di un pericolo/minaccia.

Ogni specie di Homo che vi ho descritto nel post precedente ha un diverso concetto di rischio. Vi dirò di più, ogni singolo essere umano ha un proprio concetto di rischio. Per questo motivo ribadisco la mia completa avversità nel dare consigli mirati sugli investimenti.

Le definizioni che vi ho riportato sono tratte da wikipedia. Sempre dallo stesso sito, per quanto riguarda il concetto di rischio viene riportato quanto segue:

Più recentemente al rischio è stato associato un significato più ampio di rischio/opportunita’, dove non necessariamente un evento incerto è solo visto come rischio negativo ma anche generare un’opportunità positiva. Questo approccio più ampio è derivato dal significato della parola rischio in Inglese (risk) meno preciso e restrittivo rispetto all’italiano dove rischio è collegato quasi esclusivamente ad una minaccia. Approccio e metodo di defizione non cambiano.

Spesso il concetto di rischio viene collegato al concetto di perdita. Ed ogni possibile perdita, associato al rischio di una determinata scelta, è spesso valutatato in maniera totalmente irrazionale. Per cercare di guadagnare attraverso gli investimenti bisogna, invece, cercare di fare dellle scelte razionali (quindi completamente contro natura). Non voglio dilungarmi troppo sull’aspetto psicologico della questione ma spero di aver reso bene l’idea.

Quando ci si approccia al mondo degli investimenti si ha sempre la paura di perdere in parte i propri risparmi. Per questo motivo il sogno di ogni investitore è quello di rischiare nulla, guadagnare tanto e, soprattutto, ottenere risultati in tempi brevi. Vi potrà capitare una volta nella vita e con le stesse probabilità del 6 al superenalotto o il 13 con la schedina (per i nostalgici come me). A molti non capita nemmeno una volta…….

Quando si fanno gli investimenti si tende non considerare alcuni tipi di rischi mentre se ne enfatizzano altri. Ad esempio, come ho già evidenziato nel post precedente, si considerano i titoli di Stato come assolutamente non rischiosi, concetto che in realtà è stato rivisto dai più con le ultime crisi. Qualunque prodotto finanziario comporta dei rischi a partire dal conto corrente fino ad arrivare ai derivati. Chiaro che si può cercare di minimizzare la rischiosità dei nostri investimenti, tramite scelte oculate, ma il concetto di rischio zero non esiste.

Come nella vita le scelte degli investimenti comportano il rischio di vincere o di perdere. Le sconfitte e le vittorie possono essere più o meno importanti. Non si può pretendere che ogni nostra scelta sia giusta e comporti un guadagno. Aspettatevi che alcuni vostri investimenti siano in perdita, non si può vincere sempre!!!! L’importante è che  TUTTO il vostro portafogli non sia in perdita, ma se avete diversificato in maniera decente difficilmente questo accadrà. Ultimo suggerimento: datevi degli obiettivi ben precisi: se guadagno 10 vendo, se perdo 10 vendo e seguite tale obiettivo. Solitamente se guadagno 10 non vendo perchè, a quel punto, voglio guadagnare 20 e finisco per perdere 10…. Datevi un metodo e non abbiate paura di qualche sconfitta!!!

A presto!!